
Will Eisner, che dall’epoca di “Contratto con Dio” [1978] dedicava la sua arte solo al graphic novel, esce nel 1998 con un romanzo strutturato come dramma teatrale trattenuto. Tipicamente fumettistico, il conflitto tra protagonisti avviene con argute offese verbali, attraverso sesso consumato all’istante e bilanci esistenziali fallimentari. Come spesso nel nostrano Andrea Pazienza, anche Will Eisner commuta l’avventura tradizionale poliziotto/criminale, innestandola nelle memorie della quotidianità del proprio vissuto. Il pessimismo di Eisner, enunciato con piglio filosofico nella postfazione dell’autore medesimo, è tipicamente letterario-snob, da orecchiante - ma l’impianto teatrale della formulazione in strisce disegnate, con numerose idee innovative nella stesura registica, è piacevolmente calligrafico. Infine la trama - dispersiva e scritta con palese fretta - non riesce a farsi amare: così il disegno – alcuni schizzi sono pubblicati alla fine del volume – è altrettanto semplificato, e rinuncia della spettacolarità di scorci urbani ed epifanie chiaroscurali ove Eisner eccelleva. La piacevolezza del fumetto è probabilmente superiore alla sua produzione effimera, ma va goduta in qualità di frammento minore della vasta produzione Eisneriana.
Pubblicato in formato graphic novel in Italia - quasi contemporaneamente all’edizione originale, “Affari di famiglia” viene ristampato nella “Will Eisner Library” della DC Comics nel 2009.