venerdì 27 agosto 2010

Diabolik - Colpo alla Mondadori


Diabolik - Colpo alla Mondadori ** (ITA 2010, col, pag 24). Soggetto: Alfredo Castelli, Licia Ferraresi. Disegni: Giuseppe Palumbo. Il supercriminale Diabolik tenta di bloccare le consegna delle matrici digitali delle sue avventure a fumetti, commissionate dalla Mondadori. Ma l’Ispettore Ginko ha subodorato il sabotaggio, e tende a Diabolik un’imboscata.
Numero speciale allegato ai periodici Mondadori, celebra la ripresa delle ristampe allegate ai propri periodici delle migliori avventure del criminale in calzamaglia nera, e, nella tradizione di analoghi prodotti per Walt Disney, produce un giochino ilare sul fumetto che parla di fumetti.
Disegnato da Giuseppe Palumbo con maestria, è corredato da redazionali e iconografia destinate ad un pubblico giovane - piuttosto che ai tradizionali affezionati, spesso troppo esigenti per qualsiasi ri-produzione.

giovedì 17 giugno 2010

Ultimate Comics: Spider-Man 1 Edizione Variant


Ultimate Comics: Spider-Man 1 Edizione Variant *½ (ITA [USA] 2010, col, pag. 48. Soggetto: Brian Michael Bendis. Disegni: David Lafuente. Il giovanotto Peter Parker lavora ad un McDonald newyorkese, scambia coccole con la bionda fidanzata Gwen – e nei ritagli di tempo è lo stupefacente supereroe Uomo Ragno. Mentre la polizia comincia ad apprezzarlo come vigilante, nuovi supercriminali intraprendono la carriera nella City.
Albo speciale – ha una copertina alternativa rispetto all’edizione standard – del numero uno della rediviva collana “Ultimate” dedicata a Spider-man. Qualche difficoltà nelle vendite costrinse la casa Marvel a ripensare le versioni per adolescenti dei propri personaggi storici - restano seri dubbi su quali altri giornaletti dell’editore siano destinati agli adulti. Il make-up applicato ai fumetti qui contenuti [da “Ultimate Comics: Spider-Man” n. 1 e n. 2 del 2009] è un melange tra la professionalità franco belga [impaginazione], lo stile involuto dei manga del Giappone [disegni], ed effetti speciali dalle storiche edizioni “Image”, editore ormai nell’oblio [colorazione]. Le vicende, come da titolo [“Il nuovo mondo secondo Peter Parker”] sono incentrate sulla quotidianità del protagonista quindicenne – condivisa, trattandosi di fumetti di fantascienza, con compagni di scuola dai geni mutanti ed improvvisi visitatori fiammeggianti al domicilio d’un ameno quartiere residenziale. L’approccio tra reality show e serial TV blandamente supereroistici [vedi “Heroes”] viene privato di qualsiasi ironia, ma è straordinariamente serio nella sofisticazione esecutiva, autorizzando qualche cedimento nei caratteri distintivi del genere fumetto – soprattutto la carica iconoclasta – quasi addestrando il lettore ad un’età adulta di teleschermi al plasma e DVD Blue-ray.

domenica 13 giugno 2010

Le Grandi Storie di Topolino – Il Mistero dell’uomo nuvola



Le Grandi Storie di Topolino – Il Mistero dell’uomo nuvola ***1/2 (ITA [USA] 2010, col, pag 160). Soggetto: Ted Osborne, Floyd Gottfredson. Disegni: Floyd Gottfredson, Ted Thwaites. Topolino acquista un aeroplano, e durante il viaggio di collaudo avvista una macchina volante. Sulle tracce del conducente, scopre un’isola sospesa nel cielo, nella quale il Dottor Enigma custodisce la formula delle sue tecnologie. Ma la scoperta fa gola anche al bieco Gambadilegno. Conclusa l’avventura dell’“uomo nuvola”, Topolino trova a casa il Capitano Rodimare, che racconta del gorilla Spettro, unico depositario della collocazione di un tesoro nell’Africa Nera. Topolino, che ha già familiarità con Spettro, accetta di partire. Accompagnato da Pippo e Minnie, ingaggia una spedizione nel territorio dei cannibali, che non sono l’unico problema dei Nostri: Pietro Gambadilegno, reduce dallo scacco della formula, segue Topolino come la sua ombra. E le avventure non sono ancora finite.
Prodotto dal “Corriere della Sera”, è il volume che inizia la ristampa integrale delle avventure statunitensi di Mickey Mouse - il nostro Topolino. Il materiale proviene dai quotidiani USA, che, per l’accordo tra Walt Disney ed il magnate della stampa Randolph Hearst, permisero ad un personaggio dei cartoni animati di divenire star dei fumetti. L’autore celebrato dalla collana è il lungimirante Floyd Gottfredson, disegnatore e soggettista sconosciuto ai più, che definì i caratteri del topo, sia graficamente - con le celebri “braghette” -, che inserendolo in un contesto Salgariano d’avventure esotiche e mozzafiato. Le storie, celebri presso i bimbi dell’epoca, hanno un fascino particolare per l’Italia, dove confortarono generazioni cresciute durante il ventennio. Già ordinate cronologicamente, dopo che Gottfredson abbandonò la striscia, queste avventure furono ripubblicate da Mondadori nel 1970 [“Il Topolino d’Oro”], quindi in vari volumi da libreria, per riapparire come edizione amatoriale negli anni ottanta. È da chiedersi che pubblico amerà nel 2010 un’eredità tramandata per nostalgia: la qualità di quest’edizione è eccellente, la modernità di Gottfredson – introdotto ai lettori del “Corriere” con la profetica storia del 1937 sulla bomba atomica (che titola il volume) – è indiscutibile, ce ne fosse bisogno. Lascia perplessi la foliazione – 160 pagine – che trascura l’alta concentrazione informazionale delle strisce quotidiane. Ed eccessiva, nella tradizione dell’editore, è la prolessi redazionale. Ad ogni conto la collana – offerta pure a domicilio, con sconto, nella tradizione delle dispense DeAgostini – si giova di investimenti che ne consento la conclusione, ma se la vanteria de “la prima edizione completa al mondo” dimentica di segnalare che quel Topolino rispondeva al faticoso percorso di elaborazione della crisi americana – Mickey nasce col crack della borsa di New York, e cresce durante l’encomiabile ottimismo Roosveltiano –, riproposto tra un mare magnum di supplementi a fumetti per quotidiani ha l’identica dignità di nicchia di una collezione di CD dell’orchestra di Duke Ellington.
L’albo inaugura proditoriamente con la sequenza completa delle avventure del 1937 – sette anni dopo la prima striscia – e presenta, in tre parti, un’avventura idealmente completa. Le tre storie – e due cicli di gag autoconclusive – sono introdotte da saggi storico-critici assai documentati.

lunedì 7 giugno 2010

Uomo Faber


Uomo Faber *** (ITA 2010, col, pag 120). Soggetto: Fabrizio Calzia. Disegni: Ivo Milazzo. Nella sua azienda agricola in Sardegna, il cantautore Fabrizio De Andrè cerca un’intesa musicale con Andrea, cantante del gruppo folk sardo dei Tazenda. Sollecitato nelle profonde emozioni personali, Fabrizio decide di fuggire nel luoghi in cui era cresciuto, nella piemontese Revignano. Qui ritrova la propria infanzia, e, dopo una lunga chiacchierata con l’amata tata, s’addormenta nella camera divisa da piccolo col fratello, dove in sogno rivive frammenti di una vita - tra le prostitute di Genova, sulle barricate sessantottine, nel controverso rapimento per mano di “poveri cristi”, come sosteneva, fino all’amore per il mediterraneo condiviso con Mauro Pagani, amico e collaboratore delle ultime attività artistiche. La conclusione del viaggio nella memoria – che rendiconta ai figli ed all’amata Dori – avviene sul palco della tournée riassuntiva di una carriera - ed infine, nel commosso incontro estremo con le proprie origini di sangue.
Il disegnatore Ivo Milazzo, raffinato autore di western d'autore [Ken Parker, Tex], collaborando con lo scrittore Fabrizio Calzia, realizza un prodotto prevedibile a tavolino – in epoca di biopic e istant comics. Ma, umilmente Calzia si scusa nella postfazione per il sovraffollamento nella sterminata bibliografia sollecitata dalla scomparsa del poeta-cantautore genovese - che, quasi per caso, concepiva piuttosto la propria discografia come sommesso impegno letterario: ogni long-playing frutto di lunghe ricerche, riflessioni e studio - dei Vangeli, delle tradizioni folkloristiche del meridione, delle intuizioni di Edgard Lee-Master. Ancora Calzia, altrettanto comosso, cita un’incontro con De Andrè, quasi fosse memorabile per il cantante, e la scrittura dellla graphic novel – inizialmente – è lavoro di un fan con buona articolazione di pensiero a valore aggiunto. Giunti in mare aperto del proprio sodalizio artistico – oltre la metà del romanzo a fumetti – Milazzo e Calzia complicano la propria intesa artistica con raffinate citazioni di Hugo Pratt - che in “Corto Maltese” [vedi “La laguna dei bei sogni”, 1971] aveva arrogato al fumetto il primato dell’evocazione onirica, irrisolta persino nei magistrali tentativi di James Joyce. Da quel punto, fino alla conclusione, il romanzo “Uomo Faber” procede per associazioni di aneddoti storici [i ricordi di guerra del cantante] in un calderone culturale [le letture del giovane Fabrizio] che sono resoconto del privato, meno conosciuto di quanto si creda, ricostruito attraverso interviste ad amici e parenti.
Entro un'accettabilissima sperimentazione narrativa, i due autori consegnano un'opera al limite dell'incomprensibile, che rinuncia al divulgativo - e persino alla condivisione emotiva. L’impressione – introduce il giornalista Mollica, ringrazia la compagna del cantante dei Tazenda, Parodi – è che il fumetto sia, esso stesso, una nuova ed inedita esperienza su "Faber", quasi terapia di gruppo, che commuove il lettore coinvolto da una fiducia nei mezzi poetici del media - strenua quanto visionaria.

venerdì 15 gennaio 2010

La Bambina Filosofica



Bambina Filosofica, La ** (ITA 2010, b/n, pag. 116) Soggetto: Vanna Vinci. Disegni: Vanna Vinci. Fattasi lungamente desiderare, una deliziosa bimba decide di nascere e dispensare al mondo le proprie inadeguatezze. La mamma - già arresasi a ogni dovere pedagogico - accompagna via via la figlia “filosofica” nelle varie figuracce sociali.
Lunga gestazione - anche - per un bel libro tutto italiano. Vanna Vinci, artista giovane – ma ormai quarantacinquenne – del comics d’autore, migra da uno stile carino e lezioso [su “Mondo Naif”] ad uno disegno più aggressivo, in linea col fumetto indipendente USA. Il soggetto, vagamente autobiografico, frequenta la grande lezione della Nidasio [“Valentina Mela Verde”] senza cogliere nel segno dell’analisi sociale e delle nevrosi generazionali del modello di riferimento. Assistita dall’editor Daniele Brolli e da altri redattori di una piccola casa editrice che l’ha allevata, l’autrice palesa il bisogno di un soggettista migliore di sé stessa, - oppure di praticare riferimenti culturali più originali. Tra l’encomio per l’editore, che scommette su un fumetto di nicchia, e l’ardua classificazione di una striscia in difetto della tradizionale destinazione su quotidiano, l’opera si riduce ad una catarsi dell’autrice, nel corso della propria battaglia per la comprensione del mondo in balia all’entropia – ma senza la pudicizia di un allenamento sentimentale privato.