martedì 27 aprile 2004

Alan Ford - … come nacque il Gruppo T.N.T

Alan Ford - … come nacque il Gruppo T.N.T. *** (ITA 2004, b/n, pag. 128) Soggetto: Max Bunker (Luciano Secchi). Disegni: Magnus (Roberto Raviola). Ristampa quasi anastatica del numero 50 della prima serie regolare di Alan Ford [quella del 1969], datato agosto 1973, dove Magnus & Bunker ci raccontano senza reticenze e con molto gusto del grottesco, i ricatti e gli intrallazzi con cui il capo indiscusso dei nostri agenti segreti, il Numero Uno, riuscì ad avere il beneplacito dalle alte sfere per il finanziamento del gruppo. A completamento, le motivazioni ed i fatti specifici che portarono all’arruolamento di ogni singolo componente T.N.T., accadimenti spesso narrati a turno in prima persona, tra coincidenze desolanti, vaghi curriculum di disoccupazione, inettitudine, dubbia moralità [qualcuno scappa persino da “complicanze” legali].
Giochino facile del premiato duo Magnus & Bunker – il gruppo T.N.T. già si autodefinisce “scassatissimo” – ma la qualità artistica è altissima, ed i guizzi da manuale [“Ma fatemi ridere,” dice il Numero Uno ai massimi vertici “lo sanno tutti che qui c’è la sede della sicurezza nazionale”] sono sciorinati a raffica. Notevole l’infanzia di Alan Ford, cruda e commovente allo stesso tempo – solo per fare una difficilissima scelta nella galleria di trovate dell’albetto.
A chi nutrisse riserve sul “miglior fumetto italiano”, si consiglia la cura di questo numero.
L’albo si chiude con una galleria di immagini sulla topografia del negozio di fiori e del covo del Numero Uno, con una dimestichezza nello studio delle scenografie che restò punto di forza anche nell’ultimo Magnus.
I filologi notino invece che il numero 50 di Alan Ford ha un titolo diverso [“Così nacque il Gruppo T.N.T.”], e la copertina di questa ristampa è apparentemente riprodotta dal disegno originale di Magnus, in modo da sovrapporre il nuovo titolo, ed escludere gli strilli per manifesti ed adesivi regalati con la primissima edizione – mostrando in questo modo la realizzazione grafica nella sua completezza.

lunedì 12 aprile 2004

The Moth Special

The Moth Special *** 1/2 (USA 2004, col, pag. 56) Soggetto: Gary Martin. Disegni: Steve Rude, Gary Martin. L’artista circense Jack Mahoney ha una doppia vita: accanto alle sue spettacolari esibizioni pubbliche sotto il tendone, si produce in misteriose estemporanee apparizioni, bardato d’un costume assai tecnologico degno del primo Batman, per punire piccoli malavitosi.
Narrata in parallelo coi ricordi d’un’infanzia in orfanotrofio, e della seminale educazione fisica e morale ricevuta nella prima famiglia mai avuta, il grande ambiente del circo, quest’avventura introduttiva di Jack nei panni di “The Moth”, vede l’eroe confrontarsi, nonostante l’incosciente e scanzonata fiducia riposta in sé stesso, con un avversario che forse difficilmente potrà sconfiggere: la Bestia, un demone mezzo leone e mezzo uomo, è evocato da riti pagani d’una tribù africana, e la carneficina che esso sta perpetrando in terre statunitensi è solo piccola parte d’un malvagio disegno di smisurate proporzioni ancestrali.
Lo scrittore Gary Martin, al servizio d'uno dei nuovi personaggi “di proprietà degli autori” del comics-dom statunitense, dona alla creatura dell’irreprensibile disegnatore Steve Rude un background credibile ed una suspence abilmente affilata.
Il team creativo pesca a piene mani, neanche poi tanto velatamente, dai brevi racconti anni ’60 apparsi su “Strange Tales” [la Torcia Umana a solo], dal Deadman di Neal Adams, condendoli di elementi grafici da The Punisher della Marvel, ed indulgendo infine in attualissime sequenze splatter che non valicano il buon gusto.
L’abilità di Steve Rude, votato da anni alla personalissima missione d’attualizzare la Silver Age, trova un’ulteriore ed ottima prova in questo one-shot, pilota d’una serie regolare per la Dark Horse. Ma la menzione particolare va ai colori di Glenn Whithmore, che rispettano magistralmente l’operazione vintage nonostante l’uso del computer.
In appendice una breve storia di doppi giochi e gang rivali, godibilissima nel suo puro stile Bill Finger [era già apparsa sulla rivista antologica “Dark Horse presents”].
Entrambi gli episodi sono inediti in Italia.