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giovedì 15 febbraio 2007

Alan Ford 500


Alan Ford 500 ** (ITA 2007, b/n, pag. 256) Soggetto: Max Bunker [Luciano Secchi]. Disegni: Dario Perucca. Alan Ford, l’ex scalcinato agente segreto del gruppo T.N.T. - ormai titolare, in coppia con la fascinosa streghetta francese Minuette, di un’elegante agenzia investigativa -, ha deciso di convolare a giuste nozze con la pericolosa partner della vita e nel lavoro. Dopo molte vicissitudini dai toni gialli, assai ilari, i due colombi celebrano il matrimonio, per poi partire - non totalmente consenzienti -, per una luna di miele alla volta di Marte.

Max Bunker ha deciso di scrivere il numero 500 della celebre serie “Alan Ford” [è in edicola contemporaneamente il numero 461 delle serie regolare], con anni d’anticipo. Nella tradizione dell’editoria a fumetti, gli albi con due zeri sono sempre un evento, ed infatti questo traguardo esce come numero autonomo: formato standard, ma “one-shot” dalla doppia foliazione, con grancassa auto celebrativa.

Resta un mistero il motivo per cui l’attuale duo artistico del biondo Alan [Bunker & Perucca] si dedichi en passant ad una storia di futuro imperfetto che, esclusi totalmente i forti sentimenti a cui ci hanno abituato i fumetti USA in iniziative analoghe [Dark Knight, Punisher: The End], si produce invece in abbondante ottimismo. Forse è buon auspicio per la durata della serie, che recentemente ha ricevuto un’impennata di vendite, e gode dei consensi dei lettori.
I misteri si trovano anche nella “continuity” del fumetto [il Numero Uno è vivo o morto? dove abita il Conte? e gli altri componenti T.N.T.?]. Così, per aggiungere simpatica confusione, Max Bunker lancia una passerella di comprimari, alcuni splendidamente disegnati da Perucca [quando ricorda il Magnus “numero 200” e de La Compagnia della Forca], altri originalmente fascinosi, altri ancora inutili e pasticciati - tutti comunque partecipi della felicità della coppia, oppure [come loro conviene] accaniti oppositori con regolari tiri birichini.
Ma il lettore – vecchio o nuovo che sia – non sente alcun bisogno di questo vago risultato artistico, standardizzato al punto che finirà con occupare il suo posto nella serie mensile, tra quattro anni. Forse il grande Max poteva realizzare questa storia “per uso interno”, come linea guida dei numeri a venire. Nel mentre ignoriamo che è un numero 500, godiamo la fresca inventiva del creatore del Gruppo T.N.T., e dimentichiamo che da troppo tempo - anche negli speciali -, manca una matita altrettanto degna.
Il numero doppio è integrato da una “repackaging” delle vecchie apparizioni di Minuette Macon, e dall’elenco dei titoli della serie, dove curiosamente scopriamo che la casa editrice pubblica gli albetti con un ritardo di dieci mesi dalla realizzazione [o lo fa credere].


venerdì 25 giugno 2004

Satanik: sbattito d’ali di vampiro


Satanik: sbattito d’ali di vampiro ***
(ITA 2004, b/n, pag. 128) Soggetto: Max Bunker. Disegni: Dario Perucca. Nello stato dell’Arizona, in una peculiare zona isolata con un’antica ara presso cui si trovano gruppi di satanisti, avvengono fatti strani. Una pattuglia del posto, mandata in ricognizione, fa i conti con misteriose apparizioni. Qualcosa cambia i due poliziotti intervenuti, che, di ritorno in centrale, non possono o non vogliono riferire gli accadimenti. Solo il funzionario FBI Trent, affiancato da una giovane e sagace assistente, riuscirà a gettar luce su un complesso intrigo, governato da forze occulte, all’opera per impedire alla maga Satanik, data per morta trent’anni prima, di ritornare nel nostro piano della realtà.
Max Bunker, il creatore della sadica mangiatrice d’uomini Marny Bannister/Satanik, rivisita il suo celebre personaggio, forse il più riuscito, in una graphic novel autoconclusiva in cui i generi sono abilmente miscelati al passo coi tempi. Eppure, se la narrazione è orchestrata sul filo della tensione d’un thriller televisivo, gli elementi sovrannaturali restano un po’ naif, e nel complesso tutta la trama si riduce ad un riannodo di temi lasciati in sospeso con la conclusione della serie originale [“Satanik” appunto] nel 1974 - legittima esigenza per Bunker, che non trascura di rievocare, a beneficio dei giovani lettori, le origini della "rossa del diavolo", stemperando ulteriormente i toni della suspence.
Un’operazione infine riuscita, ma resa scolasticamente dalle matite di Dario Perucca, che si rivela inadatto e mediocre.
Per i più attenti, godibili rimandi al film nipponico “Ringu”, alla serie a fumetti “Hellboy”, ed a molte altre gustose spezie.


martedì 27 aprile 2004

Alan Ford - … come nacque il Gruppo T.N.T

Alan Ford - … come nacque il Gruppo T.N.T. *** (ITA 2004, b/n, pag. 128) Soggetto: Max Bunker (Luciano Secchi). Disegni: Magnus (Roberto Raviola). Ristampa quasi anastatica del numero 50 della prima serie regolare di Alan Ford [quella del 1969], datato agosto 1973, dove Magnus & Bunker ci raccontano senza reticenze e con molto gusto del grottesco, i ricatti e gli intrallazzi con cui il capo indiscusso dei nostri agenti segreti, il Numero Uno, riuscì ad avere il beneplacito dalle alte sfere per il finanziamento del gruppo. A completamento, le motivazioni ed i fatti specifici che portarono all’arruolamento di ogni singolo componente T.N.T., accadimenti spesso narrati a turno in prima persona, tra coincidenze desolanti, vaghi curriculum di disoccupazione, inettitudine, dubbia moralità [qualcuno scappa persino da “complicanze” legali].
Giochino facile del premiato duo Magnus & Bunker – il gruppo T.N.T. già si autodefinisce “scassatissimo” – ma la qualità artistica è altissima, ed i guizzi da manuale [“Ma fatemi ridere,” dice il Numero Uno ai massimi vertici “lo sanno tutti che qui c’è la sede della sicurezza nazionale”] sono sciorinati a raffica. Notevole l’infanzia di Alan Ford, cruda e commovente allo stesso tempo – solo per fare una difficilissima scelta nella galleria di trovate dell’albetto.
A chi nutrisse riserve sul “miglior fumetto italiano”, si consiglia la cura di questo numero.
L’albo si chiude con una galleria di immagini sulla topografia del negozio di fiori e del covo del Numero Uno, con una dimestichezza nello studio delle scenografie che restò punto di forza anche nell’ultimo Magnus.
I filologi notino invece che il numero 50 di Alan Ford ha un titolo diverso [“Così nacque il Gruppo T.N.T.”], e la copertina di questa ristampa è apparentemente riprodotta dal disegno originale di Magnus, in modo da sovrapporre il nuovo titolo, ed escludere gli strilli per manifesti ed adesivi regalati con la primissima edizione – mostrando in questo modo la realizzazione grafica nella sua completezza.

sabato 23 gennaio 1999

Kriminal – Il re del delitto

Kriminal – Il re del delitto *** (Ita 1999, b/n, pag. 128) Soggetto: Max Bunker. Disegni: Magnus. Londra 1964: tre influenti soci in affari, Grant, Bruke e Harrison, proprietari della potentissima Ireland Petroleum, ricevono dei truci messaggi: l’aver estromesso il socio fondatore Logan, poi finito suicida, costerà loro carissimo. Quasi una vendetta dall’aldilà, una rapida successione di macabri eventi porterà dapprima alla decapitazione del figlio di Harrison in un incidente motociclistico, poi alla morte dei tre affaristi, secondo i modi più spietati possibile.

Prima avventura in assoluto dell’ispettore Milton e naturalmente del suo implacabile antagonista Anthony Logan – che apprenderemo essere figlio del socio suicida – che, nei panni dell’inafferrabile assassino Kriminal, ingaggia sullo sfondo di un thriller a base di quote azionarie rubate e giacimenti petroliferi miliardari, il primo dei numerosi scontri con l’integerrimo poliziotto della Corona.

Pubblicata in origine nell’agosto del 1964, questa ristampa, in numero unico semi-anastatico, rappresentò l’inizio della fortunata serie dedicata a Kriminal, che in breve giungerà addirittura ad una periodicità settimanale.

Considerata comunemente dagli storici del fumetto una testata inaugurata “sulla scia del successo ottenuto da Diabolik” [Fossati], circostanza peraltro ammessa dal creatore Luciano Secchi/Max Bunker, che ricicla la prima avventura del concorrente in vari punti – ad esempio il criminale viene introdotto ai lettori durante un ricevimento “bene”, tra le chiacchiere che riecheggiano una truculenta fama già acquisita -, e nonostante entrambi siano personaggi mascherati che colpiscono occultamente mediante un’intelligenza superiore, con un agire senza remore, ed entrambi siano dotati un magnetismo esercitato su affascinati quanto sfortunate esponenti del gentil sesso -, questo esordio dal duo Magnus & Bunker [duo destinato a divenire celebre] doppia di parecchie lunghezze, sia nelle competenze tecniche che nella qualità artistica, la propria fonte di ispirazione.

Metabolizzata egregiamente la lezione del cinema di Joseph Losey, Nicholas Ray, Elia Kazan, sul mal di vivere dei giovani “maudit” - portatori non del tutto consapevoli delle tematiche Sartiane -, Max Bunker miscela per il carattere del suo Anthony Logan le interpretazioni di Anthony Perkins in “Psyco”, di Warren Beatty in “Spendore sull’erba”, o lo stesso Mongomery Clift - ma lo vuole, graficamente, soprattutto a misura d’un Terence Stamp appena esordiente.

Il giovane disegnatore Raviola, qui semplicisticamente bollato dalla recente critica come acerbo, sciorina in 120 pagine a due sole vignette una folta serie di icone grafiche destinate a penetrare il gusto e gli standard della nona arte – dal viso falsamente innocente della moglie di Bruke, che torna da una notte con l’amante [lo stesso Kriminal], alla medesima che cade a terra percossa dal Re del Delitto, senza che sia rappresentata la violenza, o ad un Kriminal camuffato da vecchietta minuta e ricurva, fino alla Camusiana impiccagione di Bruke – mentre la tanto citata enfasi di sesso e violenza - come la morte in un film bellico -, è riscontrabile solo a ragione.

Nelle note del volume Max Bunker segnala questa ristampa come la prima nel formato libretto, dopo un unico precedente del 1989. In realtà l’episodio venne ripubblicato in appendice ad un numero doppio della serie regolare di Kriminal [il 250], ma con alcuni interventi di auto-censura.

Alla copertina, da questo numero uno in poi, e per quasi dieci anni, il bravo illustratore Luigi Corteggi.