
Prodotto dal “Corriere della Sera”, è il volume che inizia la ristampa integrale delle avventure statunitensi di Mickey Mouse - il nostro Topolino. Il materiale proviene dai quotidiani USA, che, per l’accordo tra Walt Disney ed il magnate della stampa Randolph Hearst, permisero ad un personaggio dei cartoni animati di divenire star dei fumetti. L’autore celebrato dalla collana è il lungimirante Floyd Gottfredson, disegnatore e soggettista sconosciuto ai più, che definì i caratteri del topo, sia graficamente - con le celebri “braghette” -, che inserendolo in un contesto Salgariano d’avventure esotiche e mozzafiato. Le storie, celebri presso i bimbi dell’epoca, hanno un fascino particolare per l’Italia, dove confortarono generazioni cresciute durante il ventennio. Già ordinate cronologicamente, dopo che Gottfredson abbandonò la striscia, queste avventure furono ripubblicate da Mondadori nel 1970 [“Il Topolino d’Oro”], quindi in vari volumi da libreria, per riapparire come edizione amatoriale negli anni ottanta. È da chiedersi che pubblico amerà nel 2010 un’eredità tramandata per nostalgia: la qualità di quest’edizione è eccellente, la modernità di Gottfredson – introdotto ai lettori del “Corriere” con la profetica storia del 1937 sulla bomba atomica (che titola il volume) – è indiscutibile, ce ne fosse bisogno. Lascia perplessi la foliazione – 160 pagine – che trascura l’alta concentrazione informazionale delle strisce quotidiane. Ed eccessiva, nella tradizione dell’editore, è la prolessi redazionale. Ad ogni conto la collana – offerta pure a domicilio, con sconto, nella tradizione delle dispense DeAgostini – si giova di investimenti che ne consento la conclusione, ma se la vanteria de “la prima edizione completa al mondo” dimentica di segnalare che quel Topolino rispondeva al faticoso percorso di elaborazione della crisi americana – Mickey nasce col crack della borsa di New York, e cresce durante l’encomiabile ottimismo Roosveltiano –, riproposto tra un mare magnum di supplementi a fumetti per quotidiani ha l’identica dignità di nicchia di una collezione di CD dell’orchestra di Duke Ellington.
L’albo inaugura proditoriamente con la sequenza completa delle avventure del 1937 – sette anni dopo la prima striscia – e presenta, in tre parti, un’avventura idealmente completa. Le tre storie – e due cicli di gag autoconclusive – sono introdotte da saggi storico-critici assai documentati.