Visualizzazione post con etichetta Floyd Gottfredson. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Floyd Gottfredson. Mostra tutti i post

domenica 13 giugno 2010

Le Grandi Storie di Topolino – Il Mistero dell’uomo nuvola



Le Grandi Storie di Topolino – Il Mistero dell’uomo nuvola ***1/2 (ITA [USA] 2010, col, pag 160). Soggetto: Ted Osborne, Floyd Gottfredson. Disegni: Floyd Gottfredson, Ted Thwaites. Topolino acquista un aeroplano, e durante il viaggio di collaudo avvista una macchina volante. Sulle tracce del conducente, scopre un’isola sospesa nel cielo, nella quale il Dottor Enigma custodisce la formula delle sue tecnologie. Ma la scoperta fa gola anche al bieco Gambadilegno. Conclusa l’avventura dell’“uomo nuvola”, Topolino trova a casa il Capitano Rodimare, che racconta del gorilla Spettro, unico depositario della collocazione di un tesoro nell’Africa Nera. Topolino, che ha già familiarità con Spettro, accetta di partire. Accompagnato da Pippo e Minnie, ingaggia una spedizione nel territorio dei cannibali, che non sono l’unico problema dei Nostri: Pietro Gambadilegno, reduce dallo scacco della formula, segue Topolino come la sua ombra. E le avventure non sono ancora finite.
Prodotto dal “Corriere della Sera”, è il volume che inizia la ristampa integrale delle avventure statunitensi di Mickey Mouse - il nostro Topolino. Il materiale proviene dai quotidiani USA, che, per l’accordo tra Walt Disney ed il magnate della stampa Randolph Hearst, permisero ad un personaggio dei cartoni animati di divenire star dei fumetti. L’autore celebrato dalla collana è il lungimirante Floyd Gottfredson, disegnatore e soggettista sconosciuto ai più, che definì i caratteri del topo, sia graficamente - con le celebri “braghette” -, che inserendolo in un contesto Salgariano d’avventure esotiche e mozzafiato. Le storie, celebri presso i bimbi dell’epoca, hanno un fascino particolare per l’Italia, dove confortarono generazioni cresciute durante il ventennio. Già ordinate cronologicamente, dopo che Gottfredson abbandonò la striscia, queste avventure furono ripubblicate da Mondadori nel 1970 [“Il Topolino d’Oro”], quindi in vari volumi da libreria, per riapparire come edizione amatoriale negli anni ottanta. È da chiedersi che pubblico amerà nel 2010 un’eredità tramandata per nostalgia: la qualità di quest’edizione è eccellente, la modernità di Gottfredson – introdotto ai lettori del “Corriere” con la profetica storia del 1937 sulla bomba atomica (che titola il volume) – è indiscutibile, ce ne fosse bisogno. Lascia perplessi la foliazione – 160 pagine – che trascura l’alta concentrazione informazionale delle strisce quotidiane. Ed eccessiva, nella tradizione dell’editore, è la prolessi redazionale. Ad ogni conto la collana – offerta pure a domicilio, con sconto, nella tradizione delle dispense DeAgostini – si giova di investimenti che ne consento la conclusione, ma se la vanteria de “la prima edizione completa al mondo” dimentica di segnalare che quel Topolino rispondeva al faticoso percorso di elaborazione della crisi americana – Mickey nasce col crack della borsa di New York, e cresce durante l’encomiabile ottimismo Roosveltiano –, riproposto tra un mare magnum di supplementi a fumetti per quotidiani ha l’identica dignità di nicchia di una collezione di CD dell’orchestra di Duke Ellington.
L’albo inaugura proditoriamente con la sequenza completa delle avventure del 1937 – sette anni dopo la prima striscia – e presenta, in tre parti, un’avventura idealmente completa. Le tre storie – e due cicli di gag autoconclusive – sono introdotte da saggi storico-critici assai documentati.

martedì 31 maggio 2005

Topolino Story 1949


Topolino Story 1949 ** 1/2 (ITA 2005, col e b/n, pag. 192) Soggetto: Guido Martina, Carl Barks, Chase Graig, Bill Walsh. Disegni: Angelo Bioletto, Carl Barks, Harvey Eisemberg, Paul Murry, Floyd Gottfredson. Primo album di una serie antologica che si propone di raccogliere in ogni volume le migliori storie pubblicate, nel dato anno, su Topolino libretto, forse il più celebre [e venduto] giornaletto italiano – l’uscita del primo numero è appunto dell’aprile del 1949, e la serie, a tutt’oggi, gode di ottima salute.
L’operazione ricalca chiaramente il successo de “I Classici del Fumetto di Repubblica”, dai quali mutua lo stesso prezzo di copertina, le modalità di distribuzione [come allegato ad un quotidiano, questa volta l’altrettanto prestigioso “Corriere della Sera”], e la periodicità settimanale.
Un po’ più piccolo il formato, rispetto alla nuova Serie Oro di Repubblica: le dimensioni sono quelle di un Tex leggermente più largo - il che comunque garantisce un’area stampabile di tutto rispetto, se paragonata al “tascabile” Mondadori.
L’idea è luminosa: “Topolino” ha pubblicato in oltre 50 anni una nutrita selezione dei migliori disegnatori e soggettisti di fumetti in assoluto – tra autori statunitensi, molti italiani, e qualche puntata in Sud America, Olanda e paesi scandinavi -, ed infatti in questo primissimo numero troviamo due storie di Carl Barks, un Floyd Gottfredson alle prese con Eta Beta, la celeberrima lunga avventura “L’Inferno di Topolino”, ed altro – tra cui una deliziosa favola a fumetti, “Il piccolo rimorchiatore”, con le matite morbide ed evocative di Harvey Eisemberg.
Per reggere la competizione con la potente Panini Comics – che cura I Classici di Repubblica – il “Corriere” si affida alla direzione di Gianni Bono, ed aggiunge quasi 50 pagine di contributi redazionali, ove spiccano le prestigiose firme di Luca Boschi e Gianni Brunoro. La convivenza tra fumetti ed articoli punta tutto sull’operazione nostalgia, praticata attraverso le fedeli riproduzioni fotografiche - metà in bianco e nero, metà a colori -, delle pagine di Topolino dei primi anni [questo per i fumetti veri e propri]; mentre gli apparati critici sono un dilagante “come eravamo”, fitto di riproduzioni di locandine cinematografiche, di pubblicità d’epoca, di giochini d’enigmistica, di figurine, foto, tutte riconducibili all’anno di grazia 1949.
Peccato che si sia rinunciato alla ricerca di pellicole od originali delle storie a fumetti, soprattutto per Barks [qui non ancora “rimontato”, ma successe dopo poco]. Le pagine del “Topolino”, ripulite digitalmente e ricampionate, denunciano seghettature inaccettabili per il 2005 [problema che non traspare nelle poche vignette, spesso in lingua originale, proposte negli articoli – questa volta complete dei bei mezzi toni tra aree bianche ed aree nere].
Mentre imbarazzano le decine di pagine di articoli, che sembrano venire da qualche strenna natalizia della Cassa di Risparmio locale. Secondo questo pernicioso accostamento, anche la grafica – disseminata di riquadri, didascalie per ogni piccola cosa, riproduzioni illeggibili o semplicemente inutili di articolini mondadoriani – è caotica [alcune buone ed isolate idee si sono però già viste nei volumi per gli abbonati a Topolino usciti negli anni ‘70].
Molto d’effetto resta la copertina: un gusto, che verrà mantenuto nei numeri successivi, tra Andy Warhol ed il Seth della recente “Peanuts Collection”.