domenica 15 novembre 1998

Le Sommeil du monstre **** (FRA 1998, col, pag. 69) Soggetto: Enki Bilal [Enes Bilal]. Disegni: Enki Bilal [Enes Bilal]. New York negli anni '20 del XXI secolo. Nike Hatzfeld, un uomo nato a Sarajevo sotto le bombe del conflitto Serbo-Bosniaco, ormai adulto, ha poteri speciali. Attira l’attenzione d’un ordine sovversivo, la doppia O, che tenta di soggiogarlo. Nike ha un legame con Leyla e Amir, due connazionali che altrove contrastano, senza piena coscienza, il tentativo della doppia O di manipolare gli adepti, e di controllare informazioni di importanza mondiale. Lo stesso Nike, credendo d’essere protetto da forze governative, si scontra con connivenze d’alto loco. Pur comprendendo parzialmente l’ordito, infine Nike riesce a scongiurare il pericolo incombente, ed a ritrovare Leyla.
Discepolo di Moebius ed eccellente rappresentante della Francia di Metal Hurlant, il serbo Bilal si allontana dall’impegno politico e dalla sociologia mediatica praticata in collaborazione con Christin, per tornare all’antico amore della fantascienza bionica, lungo una vicenda dalla perfezione strutturale, priva d’alcun debito verso letteratura e cinema. Gli artifizi narrativi – idiosincrasie per impianti protesici, convivenza con gli automi, bio-tecnologia al confine tra medicina ed ingegneria – sono il tallone d’Achille dell’autore, che dedica troppo tempo ad atmosfere e temi digeriti ed invecchiati. La messa in opera, delicati pastelli al disegno, ed adeguata interazione degli elementi testuali, è alto professionismo, al punto che l’autore astrae da essi liberandosi da qualsiasi ostacolo esecutivo. Pure, le tematiche che offrono spunti soprattutto su controlli tecnologici occulti, sono poco interessanti per l’autore stesso, e Bilal – nel suo accorato grido primale per la lacerante guerra in patria [tutto riservato alle didascalie] – guarda alle relazione sentimentali come unica dimensione umana salvifica. Tutto il resto è interferenza, che, da umile fumettista, riserva al contesto mediatico in cui è consacrato artisticamente.
Tradotta in Italia col titolo “Il sonno del mostro”, la graphic novel ha due seguiti: “32 dicembre”, e “Appuntamento a Parigi”. Un ulteriore capitolo, “Quattro?” è uscito nel 2007.

lunedì 9 febbraio 1998

A Family Matter


A Family Matter *** (USA 1998, b/n, pag. 64) Soggetto: Will Eisner. Disegni: Will Eisner. Romanzo corale: il nullafacente Joe attende la fortuna attraverso una concessione petrolifera; Molly è una mamma manager che esibisce la famiglia, ma incapace d’affetto; la bella Selena attira l’interesse di molti uomini scapestrati e disordinati come la stessa quotidianità di lei; Leo è avvocato, ma fallisce di continuo nel far valere le proprie doti di intrallazzatore; infine Greta - anch’essa madre e sposa esemplare - cerca di sbarcare il lunario occupandosi del padre novantenne oramai paralitico. Cinque vite, cinque fratelli che, in occasione del compleanno dell'anziano padre – che convive con Greta – ribadiscono attraverso battibecchi, con le proprie intime memorie, la silente conflittualità d’una famiglia la cui storia è segnata da tradimenti, abusi sessuali, persino eutanasia – mai chiaramente rivelata – della mamma malata terminale. Alla conclusione di una lunga cena in cui il padre e cinque figli giungono ad un’ideale resa dei conti, l’epilogo porterà alla capitolazione estrema di uno dei membri della “famiglia”.
Will Eisner, che dall’epoca di “Contratto con Dio” [1978] dedicava la sua arte solo al graphic novel, esce nel 1998 con un romanzo strutturato come dramma teatrale trattenuto. Tipicamente fumettistico, il conflitto tra protagonisti avviene con argute offese verbali, attraverso sesso consumato all’istante e bilanci esistenziali fallimentari. Come spesso nel nostrano Andrea Pazienza, anche Will Eisner commuta l’avventura tradizionale poliziotto/criminale, innestandola nelle memorie della quotidianità del proprio vissuto. Il pessimismo di Eisner, enunciato con piglio filosofico nella postfazione dell’autore medesimo, è tipicamente letterario-snob, da orecchiante - ma l’impianto teatrale della formulazione in strisce disegnate, con numerose idee innovative nella stesura registica, è piacevolmente calligrafico. Infine la trama - dispersiva e scritta con palese fretta - non riesce a farsi amare: così il disegno – alcuni schizzi sono pubblicati alla fine del volume – è altrettanto semplificato, e rinuncia della spettacolarità di scorci urbani ed epifanie chiaroscurali ove Eisner eccelleva. La piacevolezza del fumetto è probabilmente superiore alla sua produzione effimera, ma va goduta in qualità di frammento minore della vasta produzione Eisneriana.
Pubblicato in formato graphic novel in Italia - quasi contemporaneamente all’edizione originale, “Affari di famiglia” viene ristampato nella “Will Eisner Library” della DC Comics nel 2009.