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mercoledì 4 agosto 2004

Conan


Conan **** (ITA [USA] 2004, col e b/n, pag. 272) Soggetto: Roy Thomas, Roland Green. Disegni: Barry Windsor-Smith, Dan Adkins, Sal Buscema, Claudio Castellini, Mike Farmer, Bud Larosa, Ralph Cabrera, Matt Ryan, Scott Hanna, Sandu Florea, John Buscema, Alfredo Alcala. Quest’antologia del Conan a fumetti – le edizioni originali si trovano nei comic book della casa editrice di Spiderman e X-men – spazia tra la produzione di tre decenni. Ben rappresentato il team Thomas / Winsdor-Smith [fine anni sessanta]. Per primi lanciarono il Barbaro nel comicdom, e qui sono autori, in una versione ricolorata dalla Dark Horse Comics, del bellissimo episodio “Ali diaboliche su Shadizar”. Se l’intermezzo di Castellini è modesto e dimenticabile, quando Roy Thomas, con John Buscema in grande forma alle matite, torna a prendersi cura di Conan per la rivista matura “Savage Sword of Conan” – metà anni settanta, negli USA in bianco e nero e formato magazine -, è l’intelligenza del lettore raffinato ad essere premiata. “La torre dell’elefante”, già realizzata per gli albi a colori, è qui dilatata, dipinta d’atmosfere e suggestioni - ed infine rispettosa del creatore Robert E. Howard. Angosciosa, ricca di incroci con la versione Hollywoodiana, è “Nascerà una strega”. Infine “La cittadella misteriosa”, splendidamente inchiostrata da De Zuniga – non creditato – va a costituire, con le due appena citate, un trittico [per oltre metà del volume] in cui la miscela tra la maestria dell’artigiano e la sensibilità d’artista ci offrono una lettura che rassicura sugli antichi amori, e su promettenti futuri, del media-fumetto epico.


giovedì 15 luglio 1999

Adastra in Africa

Adastra in Africa *** (USA 1999, b/n, pag. 56) Soggetto: Barry Windsor-Smith [Barry Smith]. Disegni: Barry Windsor-Smith [Barry Smith]. Nel cuore dell’Africa Nera la dea Adastra porta acqua e vegetazione in un villaggio afflitto dalla carestia. A questo popolo tragico è chiesto però un ultimo sacrificio.
Favola dolceamara nel più autentico stile di Barry Windsor-Smith, da un lato ancora memore della collaborazione artistica con Chris Claremont, dall’altro entusiasticamente fiducioso nel nuovo corso della sua avventura editoriale “Storyteller”. Opera breve ed intensa, va amata come poesia, accettata nella sua vaga ed evocativa ispirazione Joyciana, e compresa per la sua particolarità sperimentale: Adastra “pensa” [tutta la prima parte utilizza solo didascalie in prima persona] come nei versi del Grande Bardo, ma “parla” lo slang dei quartieri popolari di New York. Altrettanto i disegni, in bianco e nero [prima prova senza il colore per Windsor-Smith, se escludiamo qualche antico fumetto su “Epic Illustrated”], sono un dialogo privato tra l’artista ed il suo immaginario, persi in mille dettagli al limite della leggibilità, a discapito delle profondità di campo, e solo lontanamente al servizio della sceneggiatura. Una prova di coraggio, se possibile da amare senza chiedere altro.
L’edizione italiana, arrivata solo nel 2005, manca l’obiettivo di trovare un registro linguistico per le didascalie di gusto elisabettiano – ed è un peccato.