lunedì 7 giugno 2010

Uomo Faber


Uomo Faber *** (ITA 2010, col, pag 120). Soggetto: Fabrizio Calzia. Disegni: Ivo Milazzo. Nella sua azienda agricola in Sardegna, il cantautore Fabrizio De Andrè cerca un’intesa musicale con Andrea, cantante del gruppo folk sardo dei Tazenda. Sollecitato nelle profonde emozioni personali, Fabrizio decide di fuggire nel luoghi in cui era cresciuto, nella piemontese Revignano. Qui ritrova la propria infanzia, e, dopo una lunga chiacchierata con l’amata tata, s’addormenta nella camera divisa da piccolo col fratello, dove in sogno rivive frammenti di una vita - tra le prostitute di Genova, sulle barricate sessantottine, nel controverso rapimento per mano di “poveri cristi”, come sosteneva, fino all’amore per il mediterraneo condiviso con Mauro Pagani, amico e collaboratore delle ultime attività artistiche. La conclusione del viaggio nella memoria – che rendiconta ai figli ed all’amata Dori – avviene sul palco della tournée riassuntiva di una carriera - ed infine, nel commosso incontro estremo con le proprie origini di sangue.
Il disegnatore Ivo Milazzo, raffinato autore di western d'autore [Ken Parker, Tex], collaborando con lo scrittore Fabrizio Calzia, realizza un prodotto prevedibile a tavolino – in epoca di biopic e istant comics. Ma, umilmente Calzia si scusa nella postfazione per il sovraffollamento nella sterminata bibliografia sollecitata dalla scomparsa del poeta-cantautore genovese - che, quasi per caso, concepiva piuttosto la propria discografia come sommesso impegno letterario: ogni long-playing frutto di lunghe ricerche, riflessioni e studio - dei Vangeli, delle tradizioni folkloristiche del meridione, delle intuizioni di Edgard Lee-Master. Ancora Calzia, altrettanto comosso, cita un’incontro con De Andrè, quasi fosse memorabile per il cantante, e la scrittura dellla graphic novel – inizialmente – è lavoro di un fan con buona articolazione di pensiero a valore aggiunto. Giunti in mare aperto del proprio sodalizio artistico – oltre la metà del romanzo a fumetti – Milazzo e Calzia complicano la propria intesa artistica con raffinate citazioni di Hugo Pratt - che in “Corto Maltese” [vedi “La laguna dei bei sogni”, 1971] aveva arrogato al fumetto il primato dell’evocazione onirica, irrisolta persino nei magistrali tentativi di James Joyce. Da quel punto, fino alla conclusione, il romanzo “Uomo Faber” procede per associazioni di aneddoti storici [i ricordi di guerra del cantante] in un calderone culturale [le letture del giovane Fabrizio] che sono resoconto del privato, meno conosciuto di quanto si creda, ricostruito attraverso interviste ad amici e parenti.
Entro un'accettabilissima sperimentazione narrativa, i due autori consegnano un'opera al limite dell'incomprensibile, che rinuncia al divulgativo - e persino alla condivisione emotiva. L’impressione – introduce il giornalista Mollica, ringrazia la compagna del cantante dei Tazenda, Parodi – è che il fumetto sia, esso stesso, una nuova ed inedita esperienza su "Faber", quasi terapia di gruppo, che commuove il lettore coinvolto da una fiducia nei mezzi poetici del media - strenua quanto visionaria.

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