Cloack and Dagger *** (USA 1985, col, vol. 11). Soggetto: Bill Mantlo. Disegni: Rick Leonardi, Terry Austin, Terry Shoemaker, Mark Silvestri, Mike Mignola (Michael Joseph Mignola), Art Adams (Arthur Adams), Bret Blevins, June Brigman. Due giovani scappati di casa sono rapiti da un’organizzazione criminale che li usa come cavie in un esperimento sull’efficacia di una nuova droga. Unici sopravissuti, acquistano poteri straordinari che utilizzano per dare la caccia agli stessi criminali che li hanno mutati in esseri bizzarri.
Ottimo prodotto Marvel, per due supereroi suggestivi, Cloack [la Cappa] e Dagger [la Spada], il primo afroamericano, avvolto in un oscuro mantello, la seconda esile e bionda, è una giovinetta reminiscente della sensuale-senza-malizia Sue Storm dei Fantastici Quattro. La miniserie è composta da 11 albi, prosecuzione della omonima “Cloack and Dagger” in quattro parti del 1983: qui troviamo lo stesso team artistico – i suggestivi testi di Bill Mantlo, le matite dell’elegante Rick Leonardi, e la peculiare inchiostrazione di Terry Austin – che rinnova l’atmosfera horror delle prove precedenti, con qualche approfondimento psicologico in aggiunta. La sensualità dell’attrazione-repulsione tra la bella Dagger/Luce e l’inquieto Cloack/Oscurità, trova diverse conferme nei testi [“Il diavolo gioisce dei tuoi peccati” dice Cloack al fraintendimento della sua prossima vittima] e in generale nell’epoca, che – come in Frank Miller – insinua la liceità del uso del terrore nella lotta al male. Nella sua rischiosa gestione di argomenti scabrosi, tra cui la tratta di adolescenti, la serie è presto normalizzata da disegnatori tradizionalisti [l’allora acerbo Mike Mignola], ed infine dall’eccellente idolo dei teen-ager Arthur Adams.
Ottimo prodotto Marvel, per due supereroi suggestivi, Cloack [la Cappa] e Dagger [la Spada], il primo afroamericano, avvolto in un oscuro mantello, la seconda esile e bionda, è una giovinetta reminiscente della sensuale-senza-malizia Sue Storm dei Fantastici Quattro. La miniserie è composta da 11 albi, prosecuzione della omonima “Cloack and Dagger” in quattro parti del 1983: qui troviamo lo stesso team artistico – i suggestivi testi di Bill Mantlo, le matite dell’elegante Rick Leonardi, e la peculiare inchiostrazione di Terry Austin – che rinnova l’atmosfera horror delle prove precedenti, con qualche approfondimento psicologico in aggiunta. La sensualità dell’attrazione-repulsione tra la bella Dagger/Luce e l’inquieto Cloack/Oscurità, trova diverse conferme nei testi [“Il diavolo gioisce dei tuoi peccati” dice Cloack al fraintendimento della sua prossima vittima] e in generale nell’epoca, che – come in Frank Miller – insinua la liceità del uso del terrore nella lotta al male. Nella sua rischiosa gestione di argomenti scabrosi, tra cui la tratta di adolescenti, la serie è presto normalizzata da disegnatori tradizionalisti [l’allora acerbo Mike Mignola], ed infine dall’eccellente idolo dei teen-ager Arthur Adams.
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