La casa statunitense Idea & Design Works (IGW) ha da poco dato alle stampe il primo numero della serie cronologica e completa, nonché sufficentemente filologica, del celebre personaggio di Chester Gould. Seguendo il filone inaugurato dalla Fantagraphics con gli esistenziali Peanuts, e col surrealismo di Krazy Kat (è in corso di pubblicazione anche il primissimo Popeye), questa riproposta di Dick Tracy ha ricevuto negli USA reazioni variegate.
Alcuni, come istantaneo approccio, trovano inutile che il pluripremiato cover designer Ashley Wood si rifaccia con tanta disinvoltura alla grafica della serie Peanuts, opera del geniale Seth.
Per i più pignoli, la stessa scelta dell'immagine di copertina - un Dick Tracy solare e rassicurante, che nei fumetti è tosto e quasi caratterista - si spiegherebbe col fatto che
Inoltre le prime striscie sono ancora lontane dai vertici artistici del cartoonist dell'Oklahoma, quindi si chiede pazienza al lettore, che tuttavia in libreria crede d'acquistare già un volume lussuoso e "definitivo".
Per tutta una schiera di nostalgici, la serie è stata accolta invece con grande entusiasmo: Chester Gould ai suoi esordi metteva tantissima carne al fuoco, e tutto il volume è straordinariamente avvincente.
In più, nonostante il monito di Frank Miller ("quando la smetteremo di considerare un oscuro fumetto del 1934 come un classico della cultura del '900?"), i completisti sono rassicurati sia dalla cura nella stampa, sia dal progetto editoriale, che promette di riproporre tutto ciò che Chester Gould toccò con matita. Costoro stanno già chiedendo in coro Bringing Up Father (in Italia Arcibaldo e Petronilla) ed altra archeologia.
Personalente - convinto di dare voce a molti amici italiani che m'espressero il loro amore per il Dick Tracy d'annata -, credo che un volumone storico come quello della Milano Libri (“Dick Tracy”) sia più che sufficiente per il potere/volere d'acquisto dei nostri fans. Ma accetto volentieri smentita.
by Alberto Rapisarda / ConCept (concept.press.italy@gmail.com)
lunedì 15 ottobre 2007
The Complete Dick Tracy vol. 1
lunedì 11 giugno 2007
Joe Sinnott & Fantastic Four # 102
giovedì 15 febbraio 2007
Alan Ford 500
Max Bunker ha deciso di scrivere il numero 500 della celebre serie “Alan Ford” [è in edicola contemporaneamente il numero 461 delle serie regolare], con anni d’anticipo. Nella tradizione dell’editoria a fumetti, gli albi con due zeri sono sempre un evento, ed infatti questo traguardo esce come numero autonomo: formato standard, ma “one-shot” dalla doppia foliazione, con grancassa auto celebrativa.
Resta un mistero il motivo per cui l’attuale duo artistico del biondo Alan [Bunker & Perucca] si dedichi en passant ad una storia di futuro imperfetto che, esclusi totalmente i forti sentimenti a cui ci hanno abituato i fumetti USA in iniziative analoghe [Dark Knight, Punisher: The End], si produce invece in abbondante ottimismo. Forse è buon auspicio per la durata della serie, che recentemente ha ricevuto un’impennata di vendite, e gode dei consensi dei lettori.
I misteri si trovano anche nella “continuity” del fumetto [il Numero Uno è vivo o morto? dove abita il Conte? e gli altri componenti T.N.T.?]. Così, per aggiungere simpatica confusione, Max Bunker lancia una passerella di comprimari, alcuni splendidamente disegnati da Perucca [quando ricorda il Magnus “numero 200” e de La Compagnia della Forca], altri originalmente fascinosi, altri ancora inutili e pasticciati - tutti comunque partecipi della felicità della coppia, oppure [come loro conviene] accaniti oppositori con regolari tiri birichini.
Ma il lettore – vecchio o nuovo che sia – non sente alcun bisogno di questo vago risultato artistico, standardizzato al punto che finirà con occupare il suo posto nella serie mensile, tra quattro anni. Forse il grande Max poteva realizzare questa storia “per uso interno”, come linea guida dei numeri a venire. Nel mentre ignoriamo che è un numero 500, godiamo la fresca inventiva del creatore del Gruppo T.N.T., e dimentichiamo che da troppo tempo - anche negli speciali -, manca una matita altrettanto degna.
Il numero doppio è integrato da una “repackaging” delle vecchie apparizioni di Minuette Macon, e dall’elenco dei titoli della serie, dove curiosamente scopriamo che la casa editrice pubblica gli albetti con un ritardo di dieci mesi dalla realizzazione [o lo fa credere].