Michel Vaillant – Il campione del mondo *** 1/2 (ITA [FR] 2005, col, pag. 256) Soggetto: Jean Graton, Philippe Graton. Disegni: Jean Graton, Studio Graton. Ammirevole antologia per “I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro”, che raccoglie cinque album completi del personaggio di Jean Graton, quel Michel Vaillant, pilota di Formula 1, il cui mito ha doppiato la pagina di carta, quasi fosse un autentico campione dei circuiti mondiali.
Ed infatti è in questi contesti, conditi da risvolti gialli, da mirabolanti avventure di contorno, da storie d’amore e d’amicizia, che si svolgono le vicende della competitiva casa automobilistica francese “Vaillante”: sulle piste internazionali.
L’accuratezza delle ricostruzioni delle gare è giustamente celebre tra gli appassionati di comics [e non], come lo è la prassi di far gareggiare Michel con la crema della F1 autentica – ad un punto compare Michele Alboreto quale “segreto” sfidante dei bolidi della Vaillante.Le prime due avventure, del 1968 e 1969, aggiungono agli alti standard consolidati da Graton sin dal ’57, un gusto per la narrazione grafica di palazzi, di sconfinati paesaggi [siamo in piena epoca “road movie”], che suggestionano per la cura dei dettagli [affascinante una Vendover, USA, notturna], ben lontani però dai fitti riferimenti fotografici di Taniguchi, o dai barocchismi architettonici di Schuiten.
Persino le automobili – è detto tutto – sembrano disegnate più a memoria, che non da modellini o progetti, e lo stesso struggente impressionismo lo si ritrova nella bella colorazione acquerellata, che, per gli standard anni ’60, dovette essere una scommessa.
Nelle storie più recenti (1986, 1988, 2003) i colori tornano alle tinte piatte della separazione tipografica, effetto comunque voluto come corollario d’un approccio più realistico di bolidi e piste, e certi eccessi – si vedano le ricostruzioni delle città che ospitano le avventure – ci avvertono che Graton non è insensibile alla lezione dei fumetti “industriali” del Sol Levante [Otomo], approccio confermato dall’accredito - finalmente - dei disegni [nell’avventura del 2003] allo “Studio Graton”.
L’antologia comunque rimane una grande lezione di come si dovrebbero fare i fumetti.
Notare gli onnipresenti marchi di una casa di pneumatici, di sigarette, di vari altri “brand”, evidentemente riprodotti non solo per rigore filologico.