Satanik: sbattito d’ali di vampiro *** (ITA 2004, b/n, pag. 128) Soggetto: Max Bunker. Disegni: Dario Perucca. Nello stato dell’Arizona, in una peculiare zona isolata con un’antica ara presso cui si trovano gruppi di satanisti, avvengono fatti strani. Una pattuglia del posto, mandata in ricognizione, fa i conti con misteriose apparizioni. Qualcosa cambia i due poliziotti intervenuti, che, di ritorno in centrale, non possono o non vogliono riferire gli accadimenti. Solo il funzionario FBI Trent, affiancato da una giovane e sagace assistente, riuscirà a gettar luce su un complesso intrigo, governato da forze occulte, all’opera per impedire alla maga Satanik, data per morta trent’anni prima, di ritornare nel nostro piano della realtà.
Max Bunker, il creatore della sadica mangiatrice d’uomini Marny Bannister/Satanik, rivisita il suo celebre personaggio, forse il più riuscito, in una graphic novel autoconclusiva in cui i generi sono abilmente miscelati al passo coi tempi. Eppure, se la narrazione è orchestrata sul filo della tensione d’un thriller televisivo, gli elementi sovrannaturali restano un po’ naif, e nel complesso tutta la trama si riduce ad un riannodo di temi lasciati in sospeso con la conclusione della serie originale [“Satanik” appunto] nel 1974 - legittima esigenza per Bunker, che non trascura di rievocare, a beneficio dei giovani lettori, le origini della "rossa del diavolo", stemperando ulteriormente i toni della suspence.
Un’operazione infine riuscita, ma resa scolasticamente dalle matite di Dario Perucca, che si rivela inadatto e mediocre.
Per i più attenti, godibili rimandi al film nipponico “Ringu”, alla serie a fumetti “Hellboy”, ed a molte altre gustose spezie.