by Alberto Rapisarda / ConCept (concept.press.italy@gmail.com)
venerdì 7 luglio 2000
domenica 2 luglio 2000
The House on the Borderland
The House on the Borderland *** (USA 2000, col, pag. 96) Soggetto: Simon Revelstroke. Disegni: Richard Corben. Due giovanotti, in scampagnata per la fascinosa Irlanda dei piccoli villaggi, s’imbattono in una casa in sfacelo ed isolata, dove trovano un manoscritto. Da esso apprendono che l’ultimo proprietario dell’inquietante maniero, accompagnato solo dalla sorella e dal cane, aveva laggiù abbandonato i rapporti col resto del mondo, solo per trovarsi assediato da creature suine dalle intenzioni indicibili. Succube d’una vita d’indistinguibile mistura tra incubo apocalittico e realtà di follia, l’autore dello scritto assiste persino allo spegnimento del sole, finché si autodestina, in un futuro d’inverni perenni, a vigilare sul “confine” che separa le creature dell’abisso dal mondo di cui vorrebbero impossessarsi. Lunga novella del 1908 di William Hope Hodgson – che cita evidentemente il Poe della Casa degli Usher, e sarà di grande ispirazione per Lovecraft [che già riconosceva i meriti dell’autore irlandese, ma con certa ritrosia] –, è qui adattata alla forma fumetto da due autori consolidati, che decidono di rispettare il racconto in prima persona a più livelli – l’io narrante legge il manoscritto nei propri ricordi, ed il manoscritto stesso racconta di sogni e fantasie -, oltre all’intrinseca incomprensibilità di molti passaggi e del finale. Se Revelstroke si è attirato pletore di critiche per la fedeltà/infedeltà dell’adattamento, un Richard Corben misurato regala momenti di grande fascino grafico, e traduce in “spiegazioni” visive il fiume di parole con cui – in ritardo già nei primi anni del secolo – Hodgson intendeva evocare gli angeli d’oscurità che s’annidano nell’animo umano [il romanzo moderno, in contemporanea o di lì a poco, lo supererà ampiamente su altri registri e migliori obiettivi].
Molto buona la confezione del volume USA Vertigo, ed anche dell’edizione italiana, che presenta una traduzione dall’inglese adeguata allo sforzo – parzialmente centrato - del duo artistico.
Prefazione – evasiva – di Alan Moore.
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