Prima avventura in assoluto dell’ispettore Milton e naturalmente del suo implacabile antagonista Anthony Logan – che apprenderemo essere figlio del socio suicida – che, nei panni dell’inafferrabile assassino Kriminal, ingaggia sullo sfondo di un thriller a base di quote azionarie rubate e giacimenti petroliferi miliardari, il primo dei numerosi scontri con l’integerrimo poliziotto della Corona.
Pubblicata in origine nell’agosto del 1964, questa ristampa, in numero unico semi-anastatico, rappresentò l’inizio della fortunata serie dedicata a Kriminal, che in breve giungerà addirittura ad una periodicità settimanale.
Considerata comunemente dagli storici del fumetto una testata inaugurata “sulla scia del successo ottenuto da Diabolik” [Fossati], circostanza peraltro ammessa dal creatore Luciano Secchi/Max Bunker, che ricicla la prima avventura del concorrente in vari punti – ad esempio il criminale viene introdotto ai lettori durante un ricevimento “bene”, tra le chiacchiere che riecheggiano una truculenta fama già acquisita -, e nonostante entrambi siano personaggi mascherati che colpiscono occultamente mediante un’intelligenza superiore, con un agire senza remore, ed entrambi siano dotati un magnetismo esercitato su affascinati quanto sfortunate esponenti del gentil sesso -, questo esordio dal duo Magnus & Bunker [duo destinato a divenire celebre] doppia di parecchie lunghezze, sia nelle competenze tecniche che nella qualità artistica, la propria fonte di ispirazione.
Metabolizzata egregiamente la lezione del cinema di Joseph Losey, Nicholas Ray, Elia Kazan, sul mal di vivere dei giovani “maudit” - portatori non del tutto consapevoli delle tematiche Sartiane -, Max Bunker miscela per il carattere del suo Anthony Logan le interpretazioni di Anthony Perkins in “Psyco”, di Warren Beatty in “Spendore sull’erba”, o lo stesso Mongomery Clift - ma lo vuole, graficamente, soprattutto a misura d’un Terence Stamp appena esordiente.
Il giovane disegnatore Raviola, qui semplicisticamente bollato dalla recente critica come acerbo, sciorina in 120 pagine a due sole vignette una folta serie di icone grafiche destinate a penetrare il gusto e gli standard della nona arte – dal viso falsamente innocente della moglie di Bruke, che torna da una notte con l’amante [lo stesso Kriminal], alla medesima che cade a terra percossa dal Re del Delitto, senza che sia rappresentata la violenza, o ad un Kriminal camuffato da vecchietta minuta e ricurva, fino alla Camusiana impiccagione di Bruke – mentre la tanto citata enfasi di sesso e violenza - come la morte in un film bellico -, è riscontrabile solo a ragione.
Nelle note del volume Max Bunker segnala questa ristampa come la prima nel formato libretto, dopo un unico precedente del
Alla copertina, da questo numero uno in poi, e per quasi dieci anni, il bravo illustratore Luigi Corteggi.