venerdì 4 giugno 1999

Figate


Figate *** (ITA 1999, col e b/n, pag. 100) Soggetto: Filippo Scòzzari. Disegni: Filippo Scòzzari. Non si tratta di una raccolta a fumetti propriamente detti, ma d’una ragionata selezione di illustrazioni che Scòzzari nei quindici anni precedenti l’uscita del libro, ha pubblicato un po’ ovunque, da Frigidaire, a – la parte più corposa – la rivista Blue, diretta dallo stesso Francesco Coniglio qui curatore del volume – oltre ad una sezione inedita realizzata appositamente: disegni e dipinti a soggetto Suor Dentona.
Se il volume è studiato soprattutto per rendere disponibile ad un pubblico meno di nicchia, rispetto a quello della citata Blue, le molte opere realizzate da Scòzzari per il mensile erotico, ciò ha un senso preciso, perché quegli anni [primi ‘90] hanno rappresentato nuova linfa artistica per il maestro del fumetto italiano – valendogli, cosa più importante tra molti riscontri possibili, il plauso e lo stupore di colleghi, vecchi e nuovi compagni di cordata, che a questo approccio “d’elite ” si sono poi ispirati, nutriti, ricaricati.
Pertinente dunque la confezione extra-lusso: grande formato, copertina cartonata, stampa d’altissima qualità – anche se Scòzzari, autore anche del bel progetto grafico, non ci concede di riporre finalmente negli scaffali qualcosa di completo, esauriente, definitivo. Giocando infatti col lettore, il co-fondatore di Frigidaire cambia titoli alle illustrazioni rispetto alla prima pubblicazione, o successive esposizioni in gallerie; le date scritte a mano sulle tavole sono spesso di pura fantasia; alcuni – molti – disegni sono ritoccati, camuffati e re-inventati. Anche studiando la filologica mappa nelle ultime due pagine del libro, ci si trova alla partenza verso una caccia ad altri volumi, vecchi albetti, nuove mostre – ove finalmente catturare un lavoro in perenne progresso, di per sé inafferrabile.
Niente fumetti, dunque. Ma se il viaggio nel “new deal” Scòzzariano, che ama citare amabilmente solo sé stesso, si nutre d’una foll[i]a di riferimenti multimediali - le caratterizzazioni tardo impressioniste alla Toulouse-Lautrec, i gusti cromatici pop di Peter Max, il grottesco pre-rinascimentale di Hieronymus Bosch - sono ancora i comics underground USA, l’onirico Moebius, il nuovo fumetto digitale, a motivare la matita dell’autore - dunque questo libro è “anche” un unico lungo fumetto, da leggere/sfogliare con la stessa passione che ha fatto amare a tre generazioni “La Dalia Azzurra” e “Dottor Jek”.
Il volume, per sua stessa vocazione, è stato distribuito internazionalmente - con riconoscimenti che meritano quanto il libro: un noto rivenditore d’arte erotica e bizzarra statunitense lo segnala come “very disturbing” – che, considerato il tono incensatorio dello strillo promozionale, dev’essere un bel complimento.
“Figate” ha ricevuto la nomination al Comicon di Napoli del 2000, nella categoria “miglior disegnatore dell’anno”.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma a Napoli poi chi fu premiato?