Hellblazer: Hard Time ***½ (USA 2000, col, pag. 128). Soggetto: Brian Azzarello. Disegni: Richard Corben. L’inglese John Constantine sta scontando una condanna a trentacinque anni in un carcere statunitense. Appena entra, viene messo al corrente sui diversi gruppi sociali – italoamericani, musulmani, portoricani -, e sulle regole non scritte che i detenuti riconoscono. Eppure preferisce lo scontro diretto con chiunque, salvo un’opportuna amicizia con l’anziano ergastolano che si autodefinisce capo della comunità carceraria. In realtà quest’ultimo attende il momento opportuno per incastrare il neo-arrivato per l’omicidio di una guardia. Ma Costantine ha degli assi nella manica: sobilla una sanguinosa rivolta, e la sua influenza sui compagni diventa strumento per crudeli rese dei conti.
Pubblicato in cinque episodi nella collana DC/Vertigo “Hellblazer” nel 2000, questo racconto con protagonista lo stregone John Constantine è raccolto poi in singolo volume paperback: pretestuosamente un fumetto mainstream, appare piuttosto un romanzo grafico sui generis. I due autori – Brian Azzarello scrive anche “100 Bullets” per la stessa linea editoriale, Richard Corben è ragionevolmente l’iniziatore nel 1975 della tradizione del graphic novel – producono una storia la cui autonomia narrativa è un escamotage – forse voluto dai businessman della grande casa di fumetti DC - per conquistare i lettori occasionali. La crudezza della vicenda [il detenuto impopolare a cui servono minestra con vetro tritato; il traditore a cui è mozzata la lingua] percorre i cliché del racconto epico urbano novecentesco post-esistenzialista offerto alle masse-compratori: infatti l’inferno – l’antagonista ideale della collana “Hellblazer” –, e la somma di molti esseri umani irrefrenabili, si equivalgono. Ad elevare un’opera di forti emozioni splatter verso notevoli risultati artistici, interviene soprattutto lo stile antinaturalista di Corben, che ritrova sé stesso nelle radici d’auto-produzione anni ’60 - comunque l’intesa tra i due autori, assai diversi d’età e per riferimenti, è ammirevole. Le poche note stonate, tra cui una chiusura frettolosa – Costantine verrà liberato su due piedi da un agente plenipotenziario dell’F.B.I. –, e l’eterogeneità di genere – dal carcerario all’horror [non dichiarato, quest’ultimo, ma atteso dal target], al melò - sono accettabili in virtù dell’impegno sopra la media - e del grande amore con cui è proposto un fumetto altrimenti uniformemente disturbante.
In Italia esce – pure - in cinque parti, nella rivista “Vertigo Presenta” con ottimo adattamento italiano, ed una intenzionale carenza di apparato critico.
Pubblicato in cinque episodi nella collana DC/Vertigo “Hellblazer” nel 2000, questo racconto con protagonista lo stregone John Constantine è raccolto poi in singolo volume paperback: pretestuosamente un fumetto mainstream, appare piuttosto un romanzo grafico sui generis. I due autori – Brian Azzarello scrive anche “100 Bullets” per la stessa linea editoriale, Richard Corben è ragionevolmente l’iniziatore nel 1975 della tradizione del graphic novel – producono una storia la cui autonomia narrativa è un escamotage – forse voluto dai businessman della grande casa di fumetti DC - per conquistare i lettori occasionali. La crudezza della vicenda [il detenuto impopolare a cui servono minestra con vetro tritato; il traditore a cui è mozzata la lingua] percorre i cliché del racconto epico urbano novecentesco post-esistenzialista offerto alle masse-compratori: infatti l’inferno – l’antagonista ideale della collana “Hellblazer” –, e la somma di molti esseri umani irrefrenabili, si equivalgono. Ad elevare un’opera di forti emozioni splatter verso notevoli risultati artistici, interviene soprattutto lo stile antinaturalista di Corben, che ritrova sé stesso nelle radici d’auto-produzione anni ’60 - comunque l’intesa tra i due autori, assai diversi d’età e per riferimenti, è ammirevole. Le poche note stonate, tra cui una chiusura frettolosa – Costantine verrà liberato su due piedi da un agente plenipotenziario dell’F.B.I. –, e l’eterogeneità di genere – dal carcerario all’horror [non dichiarato, quest’ultimo, ma atteso dal target], al melò - sono accettabili in virtù dell’impegno sopra la media - e del grande amore con cui è proposto un fumetto altrimenti uniformemente disturbante.
In Italia esce – pure - in cinque parti, nella rivista “Vertigo Presenta” con ottimo adattamento italiano, ed una intenzionale carenza di apparato critico.
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